2015 - GIORNATA ALLA MEMORIA
Ricordiamo anche gli altri
Di Dario Giacoletto
Il sistema
vigente ha sentenziato che si deve ricordare, onde non ripetere gli errori del
passato. Obbedisco, ricordiamo. Ricordiamo chi ha finanziato e gestito il
nazismo. Domandiamoci se gli industriali e i banchieri che lo hanno fatto, erano ebrei o meno. Domandiamoci se erano ebrei sionisti o antisionisti. Chiediamoci, quanti ebrei antisionisti sono deceduti nei lager e
quanti invece i sionisti. Chiediamoci a chi andavano i beni degli ebrei
antisionisti e, quanti sionisti hanno avuto i beni sequestrati. Poi, proviamo a
ricordare anche gli altri eccidi e, per volontà di chi. Compresi tutti quelli voluti e imposti dagli ebrei, compresa la confisca del territorio palestinese e la guerra in Libia, del quale più nessuno ha voglia di parlare. Perché?
Pit75. È giusto
ricordare la Shoah (anche se io personalmente non concordo in tutto), ma è
anche doveroso non dimenticare gli altri genocidi del passato che sono stati relegati in un angolo della nostra memoria. La
storia del genere umano è costellata di massacri, persecuzioni e pulizie
etniche che per efferatezza, numero di vittime e motivazioni ignobili non sono
seconde al dramma ebraico. COME PER ESEMPIO: i 100 milioni di morti (i dieci
milioni di pellerossa massacrati dagli americani nel corso del XIX secolo a cui
si aggiungono le vittime indigene della colonizzazione del Sud America e del
Canada.) Sotto tale luce risulta quantomeno sospetto come invece altri e ben
più vasti genocidi sono stati rimossi completamente dalla coscienza comune
oppure, ancor peggio, giustificati in vario modo. Per vastità e modalità di
esecuzione, il più noto è senza dubbio quello dei nativi che popolavano
l’America settentrionale e che vengono normalmente chiamati Indiani o
pellerossa. I motivi per cui tale genocidio sia passato in secondo piano,
quando non del tutto dimenticato, sono molti, ma nessuno assolutamente
giustificabile. Il massacro iniziò praticamente pochi anni dopo la scoperta del
continente americano e si concluse alla soglia della Prima Guerra Mondiale,
quindi si sviluppò lungo un periodo di tempo molto vasto e difficilmente
delimitabile. Le modalità del genocidio poi sono state molte, dall’eccidio vero
e proprio di intere comunità sterminate sistematicamente con le armi da
eserciti regolari o da soldataglie criminali assoldate alla bisogna per
mantenere pulita l’immagine dei governi ufficiali, alla diffusione intenzionale
di malattie endemiche come il vaiolo.
A testimonianza di ciò vale la pena di riportare le parole
del generale inglese Jeffrey Amherst nell’impartire un ordine al colonnello
Bouquet durante la rivolta di Pontiac nel 1763: “Farete bene a tentare di
contaminare gli Indiani mediante coperte in cui abbiano dormito malati di
vaiolo, oppure con qualunque altro mezzo a sterminare questa razza
esecrabile…”. Altri metodi di genocidio furono la fame, bruciando
intenzionalmente i frutti della terra, o le deportazioni forzate attraverso
territori enormi per mezzo di estenuanti marce forzate in pessime condizioni
igieniche e climatiche.
ALTRI OLOCAUSTI DA RICORDARE:
Il genocidio del popolo armeno, un milione e mezzo di uomini,
donne, vecchi e bambini scientemente eliminati dal governo turco nel 1915; - i
dieci milioni di pellerossa massacrati dagli americani nel corso del XIX secolo
a cui si aggiungono le vittime indigene della colonizzazione del Sud America e
del Canada per un totale di circa 100 milioni di morti; - i quattordici milioni
di africani prelevati dalla loro terre e resi schiavi dagli americani per
essere utilizzati come animali da lavoro. A questi si aggiungono le vittime
dell’Apartheid in Sud Africa; - i sette milioni di morti in Ucraina dal 1935 al
1937 a seguito delle carestie provocate intenzionalmente dal regime stalinista
in quello che era considerato il granaio d’Europa; - i quattro milioni di
civili vittime dei bombardamenti terroristici alleati in Italia e Germania; - i
tre milioni di civili massacrati per vendetta dall'Armata Rossa in Prussia,
Slesia e Pomerania sul finire del secondo conflitto mondiale; - le vittime dei
bombardamenti nucleari di Hiroshima e Nagasaki, inferti dagli Americani al solo
scopo di testare i nuovi ordigni, quando il Giappone aveva già avviato le
trattative per la resa; - i tre milioni di vittime civili dell'Armata Rossa
nell'occupazione sovietica dell'Afghanistan a cui si aggiungono i morti
dell’attuale occupazione americana; - i due milioni di cambogiani (su sei di
abitanti) morti nel loro Paese trasformato dai Khmer Rossi in un immenso campo
di concentramento; - le vittime decedute per fame e torture nei gulag comunisti
di tutto il mondo (compresa la Cina con la quale l’Italia e l’Occidente
intrattengono ottimi rapporti d’affari), stima oscillante fra i 200 e i 300
milioni di persone; - i desaparecidos, vittime della repressione anticomunista
dei regimi filoamericani in Argentina e Cile e le migliaia di scomparsi per
mano dei regimi golpisti in Grecia e Turchia negli anni ‘70; - i massacri in
Ruanda, Etiopia, Congo e nel resto dell’Africa centrale per motivi tribali. In
quei Paesi, una volta autosufficienti, manca il cibo, ma non le armi fornite a
piene mani dagli occidentali che condizionano e sostengono i peggiori regimi
dittatoriali per controllare i ricchi giacimenti minerali; - le vittime della
persecuzione anticristiana nel Darfur e nei paesi islamici. In Sudan i
cristiani uccisi dalla bande schiaviste ammontano ad oltre due milioni. - le
vittime del massacro delle foibe nell'immediato dopoguerra in cui migliaia di
italiani persero la vita a seguito delle grandi ondate epurative jugoslave. -
Le vittime dei morti borbonici per l'unità di Italia, sicuramente oltre i
100.000 (60.000 solo quelli accertati di Fenestrelle). I massacri nei campi di
concentramento Sabaudo, per gli stupri contro donne e bambine, le esecuzioni
sommarie, le confische arbitrarie, i furti delle risorse ad uno stato sovrano,
per avere definito il movimento partigiano del sud "brigantaggio", e
per avere costretto un popolo che non conosceva l'emigrazione ad abbandonare la
loro terra a milioni per le Americhe a seguito della depredazione. http://www.youtube.com/watch?v=7LrQSHnYQNs - Massacro di Srebrenica: 10.000
morti accertati. Altrettanti sfollati e migliaia di rifugiati e prigionieri. -
Persecuzione del popolo curdo in Armenia, Azerbaigian, Turchia e paesi
mediorientali. Il numero delle vittime è imprecisato. - Sahara Occidentale.
Occupazione militare marocchina dal 1975; tra 10.000 e 20.000 morti fino al
"cessate il fuoco" del 1991; di lì in avanti, prigionia di un intero
popolo nella più grande prigione a cielo aperto del mondo. - le crociate
cristiane (combattute tra l'XI e il XIII secolo fra eserciti di regni cristiani
europei ed eserciti musulmani prevalentemente sul terreno dell'Asia minore e nel
Mediterraneo orientale (ma anche in Egitto e in Tunisia). IMPOSSIBILE
QUANTIFICARNE I MILIONI DI MORTI. E l’elenco continua… Se anche queste sono
vittime innocenti della barbarie umana perché non dedicare anche a loro una
giornata della memoria? Sappiamo che sarebbe impraticabile istituire un giorno
per ogni evento (probabilmente non basterebbero i giorni del calendario)
potremmo allora abolire tutte quelle ricorrenze di chiaro sapore politico - 27
Gennaio, 10 febbraio e 25 aprile - e sostituirle con un’unica grande e solenne
ricorrenza dedicata a tutti gli olocausti del mondo e della storia. Sarebbe il
modo migliore per ricordare senza discriminare.